ANALIZZIAMO INSIEME – VERSO L’ESAME
T16 Calandrino e l’elitropia
Decameron, VIII, 3
Decameron, VIII, 3
Riportiamo qui, dall’Ottava giornata, dedicata alle beffe, la prima novella (raccontata da Lauretta) di cui è protagonista Calandrino, sorta di personaggio “seriale” del Decameron, che comparirà anche in altre novelle. All’origine di questo personaggio ci fu una persona realmente esistita, il modesto pittore Nozzo di Perino, vissuto a Firenze tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento. Parimenti esistiti sono i suoi due “beffatori”, Bruno e Buffalmacco: Bruno di Giovanni d’Olivieri e Bonamico di Cristofano detto Buffalmacco. Il soprannome di quest’ultimo fa riferimento all’inclinazione alle beffe, mentre “Calandrino” allude a un uccello chiamato “calandra” considerato “sciocco” nell’immaginario popolare a causa del suo modo irregolare di volare. L’elitropia era – in base ai lapidari medievali – una pietra di colore verde molto scuro, capace di rendere invisibile chi la portasse con sé.
/ Uno sciocco e due amici buontemponi /
Calandrino, Bruno e Buffalmacco giù per lo Mugnone1 vanno cercando di trovar l’elitropia,
e Calandrino se la crede aver trovata; tornasi a casa carico di pietre; la moglie il proverbia2
e egli turbato3 la batte,4 e a’ suoi compagni racconta ciò che essi sanno meglio di lui.
[…]
Nella nostra città, la qual sempre di varie maniere e di nuove genti è stata abondevole,5
5 fu, ancora non è gran tempo,6 un dipintore7 chiamato Calandrino, uom
semplice e di nuovi costumi.8 Il quale il più del tempo con due altri dipintori
usava,9 chiamati l’un Bruno e l’altro Buffalmacco, uomini sollazzevoli10 molto ma
per altro avveduti e sagaci,11 li quali con Calandrino usavan per ciò che de’ modi
suoi e della sua simplicità12 sovente gran festa prendevano.13
10 Era similmente allora in Firenze un giovane di maravigliosa piacevolezza in ciascuna
cosa che far voleva astuto e avvenevole,14 chiamato Maso del Saggio; il quale,
udendo alcune cose della simplicità di Calandrino, propose di voler prender diletto
de’ fatti suoi15 col fargli alcuna beffa o fargli credere alcuna nuova16 cosa.
rr. 4-5 Si apre qui la prima delle tre sequenze che scandiscono altrettante scene fondamentali della novella: vengono delineati i preliminari della beffa.
sagace In origine, sagace era un attributo riservato ai cani, che hanno odorato fine nel trovare la selvaggina. L’aggettivo latino sagax, infatti, significa dal “buon fiuto” ma anche “perspicace” e dunque si addice a tutti quelli che hanno il dono della preveggenza. La sagacia non è solo la scaltrezza di chi dice o fa la cosa giusta al momento giusto, ma la prontezza nell’intuire e nel valutare i vari elementi di una situazione. Sagace e presago sono dunque due aggettivi molto simili, come dimostra la comune radice. → Tra questi aggettivi, indica quale non è il contrario di sagace: insipiente; ebete; beota; altezzoso.
E per avventura17 trovandolo un dì nella chiesa di San Giovanni18 e vedendolo
15 stare attento a riguardar le dipinture e gl’intagli del tabernaculo il quale è sopra
l’altare della detta chiesa, non molto tempo davanti postovi,19 pensò essergli dato
luogo e tempo alla sua intenzione.20 E informato un suo compagno di ciò che fare
intendeva, insieme s’accostarono là dove Calandrino solo si sedeva, e faccendo
vista21 di non vederlo insieme cominciarono a ragionare delle virtù22 di diverse
20 pietre, delle quali Maso così efficacemente23 parlava come se stato fosse un solenne
e gran lapidario.24 A’ quali ragionamenti Calandrino posta orecchie, e dopo
alquanto levatosi in piè, sentendo che non era credenza,25 si congiunse con loro,
il che forte piacque a Maso; il quale, seguendo le sue parole,26 fu da Calandrin
domandato dove queste pietre così virtuose27 si trovassero. Maso rispose che le più si
25 trovavano in Berlinzone,28 terra de’ baschi,29 in una contrada che si chiamava
Bengodi,30 nella quale si legano le vigne con le salsicce31 e avevasi un’oca a denaio e un
papero giunta;32 e eravi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato,
sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa facevano che far maccheroni33 e
raviuoli e cuocergli in brodo di capponi, e poi gli gittavan quindi34 giù, e chi più
30 ne pigliava più se n’aveva;35 e ivi presso correva un fiumicel di vernaccia,36 della
migliore che mai si bevve, senza avervi entro gocciol d’acqua.
rr. 25-31 La descrizione di questo favoloso “paese di Cuccagna” immerge il lettore nella cultura popolare dell’epoca: il fascino dei suoi favolosi piaceri eccita la fantasia del credulone Calandrino.
1 Mugnone: torrente che confluisce nell’Arno.
2 proverbia: rimprovera.
3 turbato: adirato.
4 batte: percuote.
5 la qual… abondevole: che è stata sempre ricca di comportamenti diversi e di persone bizzarre.
6 ancora non è gran tempo: non molti anni fa.
7 dipintore: pittore.
8 semplice e… costumi: ingenuo e dagli strani comportamenti.
9 usava: aveva consuetudine di rapporti, soleva frequentare.
10 sollazzevoli: burloni.
11 avveduti e sagaci: saggi e di acuta intelligenza.
12 simplicità: ingenuità, stupidità.
13 gran festa prendevano: si divertivano molto.
14 astuto e avvenevole: abile (nel suo lavoro) e piacevole (come persona).
15 voler prender diletto de’ fatti suoi: prendersi gioco di lui (letteralmente: del suo comportamento).
16 nuova: strana, bizzarra.
17 avventura: caso.
18 chiesa di San Giovanni: è il Battistero di Firenze.
19 non molto… postovi: che era stato collocato lì non molto tempo prima.
20 essergli… intenzione: che quelli erano il luogo e il momento giusto per mettere in atto il suo progetto (la sua intenzione), cioè la beffa ai danni di Calandrino.
21 faccendo vista: fingendo.
22 virtù: poteri. Nel Medioevo alle pietre venivano attribuiti poteri magici e terapeutici.
23 efficacemente: in maniera convincente.
24 lapidario: esperto dei poteri delle pietre.
25 credenza: un colloquio segreto.
26 seguendo le sue parole: proseguendo il suo discorso.
27 virtuose: provviste di poteri magici.
28 Berlinzone: è il primo di una serie di luoghi immaginari, che Maso del Saggio si diverte a nominare e a descrivere al credulone Calandrino. Il nome deriva probabilmente da “berlingare” (chiacchierare) o da “berlingaccio” (giovedì grasso).
29 terra de’ Baschi: nel paese dei Baschi. «Nella geografia reale: nel nord della penisola iberica; ma allora era come dire “ai confini del mondo”» (Quondam).
30 Bengodi: è il paese di Cuccagna, luogo utopico e favoloso creato dalla cultura folclorica medievale, in cui v’è una straordinaria abbondanza di cibo e di ghiottonerie a disposizione di tutti (alternativa opposta al mondo reale, dove invece spesso si faceva la fame).
31 si legano… con le salsicce: i filari delle viti nelle vigne sono legati con le salsicce.
32 avevasi… giunta: al prezzo di un denaro si poteva avere un’oca e in aggiunta anche un papero.
33 maccheroni: gnocchi.
34 quindi: da qui.
35 e chi più… più se n’aveva: ovvietà detta come se fosse una cosa eccezionale come lo sono le altre appena descritte. Anche questo fa parte della presa in giro.
36 vernaccia: vino molto pregiato.