BOCCACCIO E I SUOI DUE MAESTRI
Nella formazione culturale e letteraria di Boccaccio, agisce costantemente il confronto con Dante e Petrarca, due intellettuali molto diversi da lui ma che pure lo influenzano enormemente. In onore di Dante l’autore del Decameron scrive un Trattatello e commenta pubblicamente i canti della Commedia presso la chiesa di Santo Stefano in Badia, su incarico del Comune fiorentino. Dall’opera dantesca riprende il realismo della rappresentazione, l’osservazione delle molteplici sorti degli uomini e la fiducia nelle possibilità espressive della lingua volgare. Il rapporto con Petrarca sembra più difficile: l’autore del Canzoniere incarna un modello letterario che appare, sotto molti aspetti, antitetico rispetto a Boccaccio, distante dalla descrizione di una materia e di una realtà comune, perfino bassa, che troviamo nel Decameron. Eppure Boccaccio non si esime dal considerare Petrarca un maestro, da cui apprende il culto dei classici e una concezione della letteratura per molti versi umanistica.
FEDE IN DIO E FEDE NELL’UOMO
Lo schema storiografico tradizionale rappresenta un Dante “tutto cielo”, depositario di una missione di salvezza religiosa, un Petrarca “sospeso tra cielo e terra”, in bilico tra la tentazione dei piaceri mondani e il dovere della fede, e un Boccaccio “tutto terra”, legato a una concezione profana dell’esistenza, all’esaltazione delle doti dell’uomo e al potere dell’amore, visto come un sentimento naturale e non peccaminoso, una forza istintiva capace di vincere restrizioni e ostacoli morali e sociali. In realtà, Dante rappresenta nel suo capolavoro il legame tra le vicende terrene degli esseri umani e la dimensione eterna a cui sono destinati, Petrarca illumina le contraddizioni psicologiche di un’esistenza segnata dall’ambiguità, e Boccaccio non è di certo estraneo alla cultura, alla mentalità e all’ideologia medievale. Anche se nella sua opera l’uomo può diventare l’artefice della propria esistenza grazie a virtù come l’astuzia, l’intelligenza e l’intraprendenza, egli è comunque ancora legato agli ideali cavallereschi e cortesi, ispirati alla nobiltà d’animo e alla generosità.