Dall’egemonia del latino all’affermazione del volgare
Il latino è la lingua letteraria d’Europa
La passione degli umanisti per la classicità si riflette nell’adozione della lingua latina per la scrittura. Non va dimenticato che già Petrarca preferiva il latino al volgare e che si aspettava fama e gloria eterne non dal Canzoniere, bensì dalla propria produzione latina. Tale predilezione viene ora riaffermata come una scelta collettiva, condivisa dalle élite intellettuali di tutta Europa.
La passione per la classicità si riflette nella riaffermazione del latino come lingua letteraria.
Il Certame coronario e il riscatto del volgare
Soprattutto nei primi decenni del Quattrocento, il volgare è così relegato a mero strumento di comunicazione quotidiana, anche se non viene meno l’ammirazione per la tradizione volgare del Trecento, sublimata dal mito delle cosiddette “tre corone fiorentine”: Dante, Petrarca e Boccaccio, considerati, per il pregio delle loro opere, meritevoli dello statuto di classici.
Nel 1441 si svolge a Firenze una gara poetica in volgare, il Certame coronario, per affermare il primato della lingua toscana.