Arnaut Daniel T5 Dolci garriti e gridi AUTORE E TESTO Comtessa de Dia T6 OBIETTIVO Di gioia e giovinezza io mi appago DI GENERE 5 PARITÀ fuori dal CANONE L AUTRICE Comtessa de Dia una trovatrice provenzale di incerta identificazione e cronologia (probabilmente vissuta all inizio del XIII secolo). Di lei ci restano quattro appassionate canzoni d amore: due esprimono gioia e piacere, le altre due sofferenze d amore. PERCH SCOPRIRE QUESTO TESTO L autrice esprime la gioia per la propria giovinezza e per l amore nei confronti di Florio, un cavaliere dotato di qualit interiori e valori morali, che lei ha deciso di amare apertamente. Lo afferma con convinzione, al punto di rivendicare senza remore la propria scelta (s che osi amarlo apertamente, v. 21). Gioia e giovinezza sono due termini, e due temi, caratteristici della lirica trobadorica. / Perch sono versi che danno testimonianza, nel Medioevo romanzo, della presenza di una figura femminile gi moderna, emancipata, per una volta non oggetto ma soggetto del sentimento amoroso. / METRO canzone. Nell originale 4 strofe ottosillabiche e una tornada (o commiato o congedo); la traduzione in versi liberi. Di gioia e giovinezza io mi appago, e gioia e giovinezza mi appagano, perch il mio amico il pi gioioso per cui io sono amabile e gioiosa; 5 e poich io sono verso di lui sincera giusto che egli sia verso di me sincero, ch mai d amarlo non mi sono sottratta n ho il cuore di sottrarmene. Mi piace molto perch so che di pi vale 10 colui che io pi desidero che mi abbia, e a colui che per primo verso di me lo attrasse prego Dio che gran gioia [gli] attragga; non si creda a chiunque del male lo rimproveri, tranne che non sia io a rimproverarlo, 15 perch molte volte prende da s la frusta colui che per proprio mezzo si frusta. 11-12 e a colui che per primo... [gli] at- tragga: la poetessa benedice, augurandogli ogni gioia, colui che le ha fatto incontrare l amato. 13 non si creda... lo rimproveri: si allude qui (come pi avanti ai vv. 30-31) a una 64 LE ORIGINI E IL DUECENTO presenza tipica della poesia provenzale, quella dei lauzengiers (adulatori, calunniatori), che, parlando male della persona amata alla controparte, mettono a rischio la stessa relazione d amore. Ma l autrice mostra di non curarsi delle maldicenze (e ai vv. 30-31 si augura che anche il suo cavaliere non creda a eventuali calunnie fatte circolare sul conto di lei). 15-16 perch molte volte... si frusta: spesso chi dice male degli altri non fa che attribuire loro le proprie stesse magagne.