intrecci ARTE Il “petrarchino” Uno del Cinquecento status symbol Visto che il mercato lo chiede a gran voce, nei primi decenni del Cinquecento i tipografi fanno a gara nel far uscire dai torchi la versione più elegante e meglio commentata del . Assai graditi, perché maneggevoli e consultabili in ogni circostanza, sono i “petrarchini”, volumetti di piccolo formato che rappresentano un segno di distinzione sociale. Molti artisti hanno voluto ritrarre questa moda dilagante, dipingendo giovani e dame con in mano questo oggetto prezioso, ma ormai diffusissimo, quasi uno per quanti aspiravano (o mostravano di aspirare) alla gentilezza e alla perfezione spirituale. Chino nella lettura del piccolo libro è l’uomo vestito di nero raffigurato dal Correggio: con ogni probabilità si tratta proprio di un petrarchino, visto che il cerbiatto che appare tra i cespugli dello sfondo ritorna proprio in due sonetti del poeta. Desiderose di mostrare sia il loro sia il loro livello culturale di avide lettrici e proprietarie di libri sono invece le dame ritratte da Andrea del Sarto e poi da Bronzino: una giovane che indica, maliziosa e ammiccante, la pagina aperta su due sonetti; l’austera Laura Battiferri, lei stessa autrice di poesie di ispirazione petrarchesca e poi di componimenti religiosi; o Lucrezia Panciatichi, che solleva lo sguardo per fissare lo spettatore. Canzoniere status symbol status Correggio, , 1522 ca. Milano, Pinacoteca del Castello Sforzesco. Ritratto di uomo che legge Andrea del Sarto, , 1528 ca. Firenze, Galleria degli Uffizi. Dama col petrarchino Bronzino, , 1555-1560. Firenze, Palazzo Vecchio. Ritratto di Laura Battiferri Bronzino, 1540 ca. Firenze, Galleria degli Uffizi. Ritratto di Lucrezia Panciatichi,