Altri artifici della parodia
Anche sul piano retorico e ritmico la strategia non cambia. Il procedimento di Berni continua sulla stessa falsariga dissacratoria, riproducendo l’uso petrarchesco dell’ossimoro (il bel viso d’oro, v. 2; le dita e man dolcemente grosse e corte, v. 8) e delle dittologie (irte e attorte, v. 1; Amore e Morte, v. 4; dita e man, v. 8; ampia celeste, v. 9; rari e pellegrini, v. 10; inaudita, ineffabile, v. 11; alteri e gravi, v. 12), nonché la cadenza musicale, interrotta da effetti stridenti, come quelli ottenuti attraverso le allitterazioni della t e della r: irte e attorte / senz’arte, intorno (vv. 1-2); torte / da ogni obbietto (vv. 5-6).
L’appello finale ai poeti d’amore chiude (ma non si può dire “in bellezza”) il pezzo di bravura di Berni con un ritmo solenne e apparentemente serissimo, come avveniva anche nelle terzine dei “professionisti” del Petrarchismo.