A mme venga la podraga
(mal de cóglia sì me agrava),
25 la bisinteria sia plaga
e le morroite a mme sse dìa.
A mme venga ’l mal de l’asmo,
iongasecce quel del pasmo;
como a can me venga el rasmo,
30 entro ’n vocca la grancia.
vv. 23-27 Il realismo dell’autore sembra compiacersi di insistere sugli aspetti più sgradevoli e abietti della corporeità.
23-26 Mi venga la gotta, il dolore ai testicoli (mal de cóglia) mi si aggravi, la dissenteria sia ulcerosa (plaga) e io soffra a causa delle emorroidi (morroite).
27-30 Mi venga l’asma, vi si aggiunga (iongasecce) l’angina pectoris (quel del pasmo); mi venga la rabbia (el rasmo) come ai cani e in bocca l’ulcera delle fauci (grancia).