Assai v’aggio laudato,
madonna, in tutte parti,
di bellezze c’avete.
Non so se v’è contato
50 ch’eo lo faccia per arti,
che voi pur v’ascondete:
sacciatelo per singa
zo ch’eo no dico a linga,
quando voi mi vedite.

46-54 Vi ho molto lodata, madonna, sotto tutti gli aspetti (in tutte parti), per le bellezze che possedete. Non so se vi abbiano raccontato che io lo faccia per finzione (per arti), dato che voi continuate a nascondervi: apprendetelo attraverso segni esteriori (sacciatelo per singa) quello (zo) che non vi dico a voce (a linga), quando mi vedete.


50 per arti: il poeta nega di lodare la donna “per astuzia”, dichiarando invece la sincerità del proprio sentimento.

55 Canzonetta novella,
va’ canta nova cosa;
lèvati da maitino
davanti a la più bella,
fiore d’ogn’amorosa,
60 bionda più c’auro fino:
«Lo vostro amor, ch’è caro,
donatelo al Notaro
ch’è nato da Lentino».

55-63 Canzonetta appena nata (novella), va’ a cantare una cosa straordinaria (nova); alzati di buon mattino, davanti alla più bella, regina (fiore) di ogni innamorata, più bionda dell’oro puro (auro fino): «Il vostro amore, che è prezioso, concedetelo al Notaio che è nato a Lentini».

Dentro il TESTO

I temi

Un sentimento insostenibile
Il poeta afferma il proprio amore per una donna e, al tempo stesso, confessa di sentirsi inadeguato a sostenere e a esternare tale sentimento. Non gli resta dunque che allontanarsi, sospirando sconfortato. Tema centrale del testo è pertanto il contrasto tra la passione amorosa e l’incapacità (o l’impossibilità) di manifestarla esteriormente, attraverso una parola o uno sguardo rivolti alla donna.
In questa poesia, senz’altro la più famosa di Giacomo da Lentini, il modulo trobadorico viene imitato e insieme variato: per esempio nell’immagine della donna amata dipinta nel cuore, che compare già nel trovatore provenzale Folchetto di Marsiglia (m. 1231) e che sarà poi spesso ripresa dai poeti successivi (compresi molti autori dello Stilnovo).

L’amata dipinta
In Giacomo da Lentini, con grande acutezza psicologica, alla contemplazione della donna amata e della sua miracolosa bellezza fanno seguito, in una serrata analisi dell’amore come vicenda interiore, un senso di intimidito stupore, la creazione dell’immagine di lei nel proprio cuore, l’assicurazione della sincerità dei suoi sentimenti e la richiesta di essere ricambiato.

Lo stile

La raffinatezza retorica
Il primo verso, tutto occupato dall’avverbio Meravigliosamente, introduce il lettore in un’atmosfera quasi di miracolo; l’idea dell’essenza in qualche modo soprannaturale della donna è confermata al v. 56 dall’espressione nova cosa. Ma questo è solo uno dei segni della perizia tecnica di Giacomo da Lentini, che si rivela, in questo componimento, autore assai raffinato. Si veda anche la ripresa e variazione (attraverso la figura del poliptoto, seppure a distanza di alcuni versi) di un termine chiave nella lirica amorosa come “cuore”: ’nfra lo core meo (v. 8), In cor (v. 10), di bon core (v. 15), Al cor (v. 28); in due casi (al v. 10 e al v. 28) il vocabolo è a inizio di strofa, dunque in posizione di rilievo.