L ARCADIA Misura, equilibrio, decoro La poesia del Settecento prende a modello quella dei classici greci e latini e quella di Petrarca. L Arcadia un accademia fondata alla fine del Seicento allo scopo di ripristinare la compostezza e la serenit del repertorio pastorale dell antica Grecia. lettura critica di Gianmarco Gaspari su myDbook.it Quella dell Arcadia una poesia di intrattenimento e di evasione, che presenta personaggi stereotipati e temi ripetitivi. La reazione al Barocco A partire dall ultimo decennio del Seicento si sviluppa nella li rica italiana un programma di vera e propria rifondazione tematica e formale, con l obiet tivo di riproporre la regolarit e l equilibrio della poesia classicista contro le stravaganze e gli eccessi della letteratura barocca. Tale orientamento, diffuso anche nel resto d Europa (e in particolare in Francia), mira a ripristinare un gusto modellato sulla tradizione classica e sul Canzoniere di Petrarca, considerato l esempio pi nobile di una poesia ispirata a misura, grazia ed eleganza. La nascita dell Arcadia Un gruppo di letterati raccolti attorno al salotto romano della regina Cristina di Svezia (la quale, convertitasi al cattolicesimo, trascorre gli ultimi anni di vita in Italia) si incarica di formulare un programma che, riassumendo queste istanze este tiche, propone un ritorno al decoro e a una concezione dell arte in grado di assoggetta re la fantasia alle regole della ragione. Nel 1690, dopo la morte della regina, questi intel lettuali danno vita a un accademia chiamata Arcadia, in riferimento alla mitica regione dell antica Grecia, popolata, secondo la tradizione, da pastori amanti della poesia, ed emblema, fin dall antichit , di innocenza e serenit . Tutta la simbologia dell Accademia attinge al repertorio pastorale: la sede delle riu nioni, situata sulle pendici del colle romano del Gianicolo, viene chiamata Bosco Parrasio (dalla Parrasia, un territorio dell Arcadia meridionale); la sua insegna la siringa (cio il flauto) di Pan; i suoi aderenti chiamano s stessi pastori e assumono pseudonimi tratti dalla lirica greca e latina di argomento agreste (da Teocrito a Virgilio). L Arcadia si pone presto come polo d incontro e d aggregazione per i letterati di molte citt italiane, accomunati dalla medesima visione della poesia: sezioni periferiche (le cosiddette colonie) sorgono capillarmente in centri grandi e piccoli della penisola, realiz zando in tal modo l auspicio umanistico di un sodalizio tra dotti, uniti da un gusto condi viso all interno di un orizzonte nazionale. Una poesia d occasione lontana dalla realt La produzione lirica degli Arcadi quantitativamente molto vasta, ma qualitativamente poco significativa: fedeli a un idea della poesia come intrattenimento, essi non cercano n particolare originalit n pro fondit di ispirazione ed espressione, componendo un numero infinito di versi d occasione (per nascite, battesimi, matrimoni e altri simili eventi), spesso accompagnati dalla musica, in cui emergono soprattutto il culto della parola e la perizia tecnica del poeta. La finzione pastorale si traduce in situazioni ripetitive, in genere quadretti amorosi in cui fanciulle innamorate si muovono sullo sfondo di un paesaggio di maniera. L a more non coincide con la passione: il sentimento infatti purificato da ogni tensione drammatica e stemperato nella sfumatura leggiadra e nel gioco galante, che esclude ogni autentico conflitto interiore. La condanna dei Romantici Questa visione pacificata e stereotipata dell esistenza sa r il principale motivo della condanna emessa ai danni dell Arcadia dai Romantici italiani. Essi biasimeranno l ottimismo di questi poeti, che parr loro superficialit ; la compostez za, interpretata come un freddo ossequio a regole anacronistiche; il piacere del travesti mento, giudicato un segno d indifferenza verso i problemi politici e sociali del tempo. 216 IL SETTECENTO