fuori dal CANONE T8, p. 698 I cori delle opere verdiane sono interpretati come messaggi a sostegno dell unit nazionale. che di Arnaldo Fusinato (1817­1888; p. 689) e l Ode agl Italiani, di Costanza Monti Perticari (1792­1840). In effetti gli autori risorgimentali si richiamano alle due fondamentali funzioni della poesia bellica: esortare alla battaglia, guardando avanti; celebrare le imprese, guar­ dando indietro. una letteratura concepita come supporto all azione, tesa a creare consenso intorno agli ideali unitari attraverso esempi di sacrificio e promesse di felicit . Naturalmente i destinatari di tali versi, scritti in un toscano aulico e paludato, non sono le masse contadine, che non li avrebbero compresi, ma i ceti dirigenti. «Viva Verdi!» Al clima montante di rivendicazione patriottica non rimangono estra­ nei i melodrammi di Giuseppe Verdi, per quanto siano ambientati in epoche e luoghi lon­ tanissimi dalla contemporaneit . Un episodio significativo quello che avviene al teatro al­ la Scala di Milano, nel 1842, quando il coro Va pensiero del Nabucco, intonato nell opera dagli ebrei prigionieri a Babilonia, viene preso come un allusione alla condizione degli italia­ intrecci MUSICA La fortuna del melodramma nella prima met dell Ottocento La Rivoluzione francese e l et napoleonica mutano la fun­ zione sociale dell opera lirica, che diventa uno spettacolo al quale il pubblico partecipa con intensit , immedesimandosi nei personaggi e condividendone le passioni. Nei primi anni del XIX secolo l Italia vede il predominio artistico di Gioacchino Rossini (1792­1868), che eccelle sia nelle opere serie sia in quelle buffe, anche se il suo capo­ lavoro pi popolare rimane un opera comica, Il barbiere di Siviglia. Rossini, pur rifacendosi alla tradizione settecente­ sca del belcanto, la amplia e la modifica con particolare in­ ventiva. Dopo il suo trasferimento in Francia, egli si avvicina al nuovo stile che si stava imponendo a Parigi, quello del grand-op ra, componendo a soli trentasette anni l ultima sua opera, Guglielmo Tell (1829). Pi giovani di lui, Vincenzo Bellini (1801­1835), dal­ la vena melodica soave e purissima, e Gaetano Donizetti (1797­1848), dagli spiccati caratteri drammatici o patetici, compongono opere gi orientate verso il gusto romanti­ co per le storie dalla forte componente tragica di contrasti amorosi e politici, ottenendo grande successo. Louis-L opold Boilly, L effetto del melodramma, 1830. Versailles, Mus e Lambinet. Nel panorama italiano irrompe anche il genio teatrale di Giuseppe Verdi, che a partire dal suo primo grande suc­ cesso, Nabucco (1842), sviluppa un opera vigorosa, ricca di tensioni drammatiche, di colpi di scena e soprattutto di personaggi scolpiti a tutto tondo, che rivelano la loro umanit nell amore o nel dolore. Quello di Verdi un tea­ tro popolare per la capacit di comunicare, ma costruito in maniera raffinata, in cui le vicende basate sul conflitto tra bene e male sono spesso tratte da romanzi di successo o da drammi teatrali di altissimo valore (per esempio di Victor Hugo o Friedrich Schiller, ma soprattutto di William Shake­ speare). Verdi vive a lungo, dal 1813 al 1901, maturando il suo stile nel corso degli anni e lasciando opere che sono ancora oggi tra le pi rappresentate in tutto il mondo come Rigoletto, Il Trovatore, La Traviata, Aida, Otello. LA CORRENTE LA POESIA ROMANTICA IN ITALIA 673