Glossario Settenario Verso composto di 7 sillabe metriche, con accento principale fisso sulla 6ª e uno o due altri su una delle prime 4 sillabe, da cui una grande variet di armonia. Prevale il ritmo giambico, con accenti sulla 2ª, 4ª e 6ª sillaba. Esempio: «nell ineffabil riso» (A. Manzoni, La Pentecoste, v. 130). il verso pi usato dopo l endecasillabo , per lo pi congiunto a questo e al quinario in varie forme strofiche. Similitudine Figura retorica che mira a chiarire (logicamente o fantasticamente) un concetto presentandolo in parallelismo e in paragone con un altro, mediante la congiunzione come o i nessi cos come , tale quale , come tale ecc.; pu avere forma estesa, e in tal caso consta di una prima parte in cui si descrive la cosa presa come confronto, e di una seconda parte in cui si passa all applicazione. Esempio: «Come la luce rapida / piove di cosa in cosa, / e i color vari suscita / dovunque si riposa; / tal rison moltiplice / la voce dello Spiro» (A. Manzoni, La Pentecoste, vv. 41-46). Oppure pu risolversi tutta nel giro di una frase (per es., fu trattato come un cane ); in forma ancora pi concentrata si riduce alla metafora , mentre la soppressione del come o di ogni altro nesso, cio l identificazione di un termine con l altro, d luogo all analogia . Esempi: «come la spada logora il suo fodero, / L animo consuma il petto» (G. Byron, Cos , pi non andremo, vv. 6-9); «come sotto un giogo scosso, mugghiava» (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. 13). Sineddoche Figura retorica che risulta da un processo psichico e linguistico attraverso cui, dopo avere mentalmente associato due realt differenti ma dipendenti o contigue logicamente o fisicamente, si sostituisce la denominazione dell una a quella dell altra. La relazione tra i due termini coinvolge aspetti quantitativi, cio i rapporti parte-tutto (una vela per la barca), singolare-plurale (lo straniero per gli stranieri), genere-specie (i mortali per gli uomini), materia primaoggetto prodotto (un bronzo per una scultura in bronzo). Esempio: «cenere muto» (U. Foscolo, In morte del fratello Giovanni, v. 6). Sintagma Unit sintattica di varia complessit e autonomia, di livello intermedio tra la parola e la frase; in particolare, con riferimento alla categoria grammaticale, si distinguono s. nominali, verbali, aggettivali, preposizionali. Sonetto Composizione metrica (dal francese antico sonet, canzone, canzonetta ) di carattere prevalentemente lirico, composta di 14 versi (quasi sempre endecasillabi nella letteratura italiana), distribuiti in 2 quartine e 2 terzine , con rime disposte secondo precisi schemi. Nel suo schema originario il s. si compone di una prima parte costituita da 8 endecasillabi rimati alternativamente ABABABAB e di una seconda parte costituita da 6 endecasillabi rimati CDECDE o CDCDCD. Lo schema originario sub presto modificazioni. Nella prima parte prevalse, verso la fine del XIII sec., la forma a rime incrociate ABBA ABBA. Nelle terzine vigeva maggiore libert . Il s. fu un componimento aperto a temi di varia natura, amorosi, morali, politici, artistici, polemici. Con Petrarca il s. si pose sul piano della canzone come grande metro della poesia lirica, e tale rest per tutto il XVI sec. Stanza Nella metrica italiana, altro nome della strofa d una canzone , anche come componimento a s stante; talora, sinonimo di ottava : le s. di Ariosto, di Tasso; e come titolo: Stanze per la giostra di A. Poliziano. Questo significato, che si ricollega direttamente all accezione originaria (di fermata ), deriva dal fatto che la strofa o l ottava, racchiudendo un senso compiuto, comporta alla sua fine una pausa, un riposo, che ne costituisce la caratteristica. Suspense Stato di apprensione e di ansiosa attesa con cui si segue l evolversi di situazioni, soprattutto di opere narrative, teatrali, cinematografiche e televisive, ricche di drammaticit e di imprevisti, e dall esito incerto. Anche, la situazione e il momento di un film, di un racconto ecc., capaci di suscitare uno stato di ansiosa incertezza e di attesa spasmodica, di tenere con il fiato sospeso. T Terzina Strofa di 3 versi (detta anche terzetto), che s incontra, per es., nel madrigale e nel sonetto . Come metro a s (detto anche terza rima), si compone di 3 endecasillabi , di cui il 1° rima con il 3°, mentre il 2° d la rima al 1° e al 3° della t. seguente; la serie si chiude con un verso che rima con il 2° dell ultima t. (ABA BCB YZY Z); usata per la prima volta da Dante, detta anche t. dantesca. Topos Luogo comune, motivo ricorrente, in un opera, nella tematica di un autore o di un epoca. Plurale topoi. Le parole valgono assillo, 648 cabala, 304 caff , 332 carriera, 559 castello, 253 chicca, 848 compassione, 299 contumelia, 167 coorte, 694 coturno, 585 cura, 571 deliquio, 118 destino, 751 diavolo, 641 divo, 727 etere, 389 fabbro, 566 fatale, 575 fede, 228 galantuomo, 784 idolatrare, 150 lusinghiero, 44 malandrino, 812 malinconia, 162 meta, 722 mostro, 39 oracolo, 271 orazione, 806 pargolo, 218 patetico, 413 peplo, 615 pio, 594 pira, 605 precettore, 409 pretto, 462 polizza, 357 progenie, 158 prostrare, 239 provvido, 741 raccapricciare, 556 resta, 113 ricu- sare, 481 rimbombare, 48 salute, 89 scaramanzia, 880 selvaggio, 654 sentenza, 758 sentina, 861 sillogismo, 77 stravagante, 346 sugo, 821 teatro, 326 tempra, 263 tirannide, 465 tortura, 292 tremendo, 455 trepido, 735 vago, 36 vate, 396 935