L AUTORE Friedrich Wilhelm Nietzsche nasce a R cken, un villaggio presso Lipsia, nel 1844. Dopo aver studiato a Bonn e a Lipsia, nel 1869 diventa professore di Filologia classica a Basilea. In questo stesso periodo incontra il musicista Richard Wagner, con il quale stringe una profonda amicizia. Tre anni dopo, nel 1872, pubblica La nascita della tra gedia, mentre si fanno sempre pi frequenti i disturbi psichici che da qualche anno lo colpiscono. Lasciato definitivamente l insegnamento nel 1879, soggiorna a lungo in Italia e in Svizzera: in questo periodo, segnato dalla rottura dell amicizia con Wagner, pubblica, tra le varie opere, La gaia scienza (1882), che rappresenta la fase critica o illuministica di Nietzsche, impegnato in una critica serra- ta dei valori tradizionali e nello studio della cultura e della morale della civilt europea. Tra la fine del 1881 e l inizio del 1882 si colloca la svolta che porta all ultimo periodo, nel quale dominano i temi del superuomo e della volont di potenza, sviluppati in Cos parl Zarathustra (1883-1885). Seguono Al di l del bene e del male (1886), Genea logia della morale (1887), Crepuscolo degli idoli (1889). Di quest ultima fase dell attivit di Nietzsche sono anche L Anticristo (1888) ed Ecce homo (1888). Nel gennaio del 1889 le sue condizioni si aggravano fino alla crisi di follia, dalla quale il filosofo non si riprende pi . Trascorre gli ultimi anni della sua vita affidato alle cure della sorella a Naumburg e muore a Weimar nel 1900. La lingua Verso l unificazione linguistica In Italia, il conseguimento dell unit politica e la proclamazione di Roma capitale imprimono un moto di accelerazione al processo di unificazione linguistica. La parte pi progressista del paese si adopera per la fondazione di una nazione unita non solo istituzionalmente, ma anche nel sentimento dei cittadini, nell attenuazione delle spinte localistiche, nella diffusione di un unica lingua scritta. Alla realizzazione di tali obiettivi si frappongono per non pochi ostacoli. Alla fine del secolo la piaga dell analfabetismo comincia a trovare rimedi nel centralismo amministrativo, nel servizio militare nazionale e nella scuola statale. Sono stabilite la gratuit della scuola elementare e l obbligatoriet della frequenza. Una difficile situazione di partenza L Italia postunitaria rivela una complessiva arretratezza e profondi dislivelli tra regioni e classi sociali: dal censimento del 1861 emerge una percentuale media di analfabeti del 75 per cento, con picchi del 90 per cento al Sud e nelle isole. Solo l insieme di varie dinamiche demografiche, sociali e culturali l amministrazione centralizzata, l esercito nazionale e il servizio di leva, l emigrazione e la mobilit interna, lo sviluppo della stampa periodica, la nascita e il progressivo consolidamento della scuola statale favorisce una graduale evoluzione rispetto al desolante punto di partenza. Le leggi sulla scuola Per quanto riguarda la scolarizzazione, l impianto legislativo costituito da due testi, la legge Casati (promulgata nel 1859 per il Regno di Sardegna, poi estesa a tutta l Italia) e la legge Coppino (1877), che stabiliscono i princ pi basilari della gratuit della scuola elementare e dell obbligatoriet della frequenza, quest ultima inizialmente limitata al primo biennio. In un primo momento, il tasso di evasione scolastica altissimo, a causa del largo impiego del lavoro minorile e anche per le remore persistenti di alcuni gruppi politico-intellettuali, che temono lo scatenarsi della conflittualit sociale derivante da un alfabetizzazione di massa o sminuiscono il problema dell istruzione rispetto alle altre urgenze materiali della popolazione pi modesta. Nonostante le oggettive carenze iniziali e il percorso accidentato, il sistema scolastico via via pi efficace nel ridurre il divario fra i ceti e nel ridimensionare la percentuale di analfabeti, anche in quelle aree meridionali e rurali penalizzate da una maggiore 20 IL SECONDO OTTOCENTO