VERSO L ESAME TIPOLOGIA A Analisi e interpretazione di un TESTO LETTERARIO T 14 Esercitati nella sezione esame di stato su scuola.edulia.it La morte di Luca I Malavoglia, cap. 9 Con il naufragio della Provvidenza e la perdita in mare del carico di lupini, i Malavoglia si ritrovano in gravi difficolt perch non sono in grado di saldare il debito contratto con zio Crocifisso. Ma le disgrazie non sono finite: ben presto giunge la notizia della morte di Luca, partito soldato per la leva militare. Coll andare dei giorni per , nessuno parlava pi di quello che era successo,1 ma come la Longa non vedeva spuntare la lettera,2 non aveva testa n di lavorare n di stare in casa: era sempre in giro a chiacchierare di porta in porta, quasi andasse cercando quel che voleva sapere. «Avete visto una gatta quando ha perso i suoi 5 gattini?» dicevano le vicine. La lettera non veniva per . Anche padron Ntoni non s imbarcava pi e stava sempre attaccato alle gonnelle della nuora come un ca gnolino. Alcuni gli dicevano: «Andate a Catania, che paese grosso, e qualcosa sapranno dirvi». Nel paese grosso il povero vecchio si sentiva perso peggio che a trovarsi in 10 mare di notte, e senza sapere dove drizzare il timone. Infine gli fecero la carit di dirgli che andasse dal capitano del porto, giacch le notizie doveva saperle lui. Col , dopo averlo rimandato per un pezzo da Erode a Pilato,3 si misero a sfogliare certi libracci e a cercare col dito sulla lista dei morti. Allorch arrivarono ad un nome, la Longa che non aveva ben udito, perch le fischiavano gli orecchi, e ascol 15 tava bianca come quelle cartacce, sdrucciol pian piano per terra, mezzo morta. «Son pi di quaranta giorni», conchiuse l impiegato, chiudendo il registro. «Fu a Lissa; che non lo sapevate ancora?». La Longa la portarono a casa su di un carro, e fu malata per alcuni giorni. D al lora in poi fu presa di una gran devozione per l Addolorata che c sull altare della 20 chiesetta, e le pareva che quel corpo lungo e disteso sulle ginocchia della madre, colle costole nere e i ginocchi rossi di sangue, fosse il ritratto del suo Luca, e si sen tiva fitte nel cuore tutte quelle spade d argento che ci aveva la Madonna. Ogni sera le donnicciuole, quando andavano a prendersi la benedizione, e compare Cirino faceva risuonare le chiavi prima di chiudere, la vedevano sempre l , a quel posto, 25 accasciata sui ginocchi, e la chiamavano anche lei la madre addolorata. «Ha ragione» dicevano nel paese. «Luca sarebbe tornato fra breve, e i suoi tren ta soldi al giorno se li sarebbe guadagnati. A nave rotta ogni vento contrario ». «Avete visto padron Ntoni?» aggiungeva Piedipapera; «dopo la disgrazia di suo nipote sembra un gufo tale e quale. Adesso la casa del nespolo fa acqua dav 30 vero da tutte le parti, come una scarpa rotta, e ogni galantuomo bisogna che pensi ai suoi interessi». La Zuppidda era sempre con tanto di muso, e borbottava che ora tutta la fami glia rimaneva sulle braccia di Ntoni! Questa volta una ragazza ci penser prima di pigliarselo per marito. 35 «Cosa ci hai con quel povero giovane?» domandava mastro Turi. 1 quello che era successo: la battaglia di Lis- sa del 1866. 2 la lettera: scritta da Luca, per informare la fa- miglia delle sue condizioni. 3 da Erode a Pilato: da un ufficio all altro. L AUTORE GIOVANNI VERGA 277