IL CREPUSCOLARISMO video Il Crepuscolarismo Il termine Crepuscolarismo indica il tramonto della poesia romantico-decadente. Lo scrittore Scipio Slataper ha individuato come Crepuscolari i poeti Corazzini e Gozzano perch hanno abbandonato i toni solenni in poesia. Nascita e diffusione di un ismo La definizione di Borgese La paternit del termine crepuscolare , applicato a una schiera di poeti raggruppati in base a consonanze di contenuti e di forme, unanimemente riconosciuta al critico Giuseppe Antonio Borgese, che nel settembre del 1910 pubblica sul quotidiano torinese La Stampa un articolo intitolato appunto Poesia crepuscolare. In esso egli recensisce tre raccolte poetiche di recente uscita: le Poesie scritte col lapis di Marino Moretti, le Poesie provinciali di Fausto Maria Martini e Sogno e ironia di Carlo Chiaves. Borgese coglie in questi tre autori i segni inequivocabili della fine di una tradizione lirica che va da Parini a d Annunzio, ma anche l annuncio di nuove prospettive per la poesia italiana. La parola crepuscolo indica dunque il tramonto della poesia romantico-decadente e, insieme, l alba della nuova poesia novecentesca. Il giudizio di Borgese non molto favorevole al nuovo corso, ma ha il merito di coglierne con straordinario acume la direzione: «Contro la retorica dell enfasi vien fuori la retorica [ ] dell ingenuit e della semplicit . E, poich non han nulla da cantare, ma sentono un veritiero bisogno di cantare, s attaccano alle quisquilie, ai fiori di carta o alle cose buffe o malinconiche che erano di moda cinquanta o settanta anni fa». La diffusione del termine La nuova categoria letteraria individuata da Borgese viene fatta propria l anno dopo dallo scrittore triestino Scipio Slataper, il quale nel novembre del 1911, in un articolo uscito sulla Voce con il titolo Perplessit crepuscolare, inserisce altri nomi nel novero dei nuovi poeti. Tra questi, un rilievo particolare viene dato al romano Sergio Corazzini ( p. 43) e al torinese Guido Gozzano ( p. 29), che anche la critica successiva considerer come gli esponenti pi importanti di una piccola scuola poetica caratterizzata dal rifiuto della solennit e della magniloquenza e da un desiderio di profondo rinnovamento tematico e stilistico della poesia. Il gusto dell abbassamento I Crepuscolari si allontanano dai grandi autori del passato. La loro una poesia dai contenuti e dai toni pi dimessi e personali. Il rifiuto della tradizione Al centro della poetica crepuscolare vi la volont di mettere in discussione i grandi poeti della tradizione: quelli del primo Ottocento, come Foscolo, Leopardi e Manzoni, ma anche quelli pi vicini, come d Annunzio, Pascoli e Carducci. Perseguendo un sistematico abbassamento dei contenuti e dello stile della lirica alta, la poesia crepuscolare si muove in evidente polemica con il repertorio e i caratteri formali della poesia tradizionale. Ogni retorica altisonante viene rifiutata, cos come la concezione del poeta vate impegnato nella societ , o la figura dell artista che si autoproclama individuo fuori dal comune, portatore di una sensibilit unica e sublime. La poesia viene invece considerata, in una prospettiva intima e personale, come espressione di un ripiegamento interiore. Non a caso, il titolo della raccolta pi importante di Guido Gozzano quanto di pi dimesso si potrebbe immaginare: non pi Canti, come in Leopardi, bens I colloqui. Il poeta in crisi d identit Il poeta non aspira pi ad atteggiamenti superomistici, n a cogliere come un veggente gli ambigui significati simbolici riposti nelle cose; al contrario, a contatto con la civilt moderna egli si sente vulnerabile, e di conseguenza 24 DALLA PRIMA ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE