Renata Vigan LA VITA Renata Vigan nasce a Bologna nel 1900 da una famiglia borghese. Abbandonati gli studi classici e diventata infermiera, sposa lo scrittore antifascista Antonio Meluschi e con lui, dopo l 8 settembre del 1943, si unisce alla Resistenza dirigendo il servizio sanitario dei partigiani nelle valli di Comacchio, nella Bassa ferrarese. Dopo la guerra collabora a varie riviste e quotidiani, tra i quali Rinascita e l Unit . Muore a Bologna nel 1976. S Una foto di Renata Vigan . LE OPERE L Agnese va a morire la storia, narrata con crudo realismo, della presa di coscienza di una contadina emiliana che si unisce alla lotta partigiana. T4 La Resistenza di una donna Dalla personale esperienza di partigiana nasce L Agnese va a morire (1949), l opera pi famosa di Renata Vigan , con la quale vince il premio Viareggio. Il romanzo ambientato presso il Delta del Po tra gli ultimi mesi del 1943 e i primi del 1945 e ha al centro la figura di una donna matura di umile origine contadina, che nella lotta contro i tedeschi acquista una coscienza politica e muore in un imboscata. La vicenda legata a una visione epica della Resistenza e il linguaggio asciutto, volto alla comunicazione diretta degli eventi e dell animo con cui li vivono i protagonisti, fanno di Agnese va a morire uno dei testi pi autentici ed emblematici della narrativa neorealista. La tematica resistenziale e la condizione della donna sono al centro anche delle opere successive di Renata Vigan come Donne della Resistenza (1955), ritratto di ventotto antifasciste bolognesi, e i racconti partigiani Matrimonio in brigata (1976). Il coraggio delle donne Renata Vigan , L Agnese va a morire / La ribellione di un eroina / l inizio del romanzo: dopo l armistizio dell 8 settembre del 1943, la lavandaia Agnese, nonostante gli anni e la fatica, offre la propria collaborazione, modesta ma preziosa, alla Resistenza. Una sera di settembre l Agnese tornando a casa dal lavatoio col mucchio di panni bagnati sulla carriola, incontr un soldato nella cavedagna.1 Era un soldato giovane, piccolo e stracciato. Aveva le scarpe rotte, e si vedevano le dita dei piedi, sporche, color di fango. 5 Guardandolo, l Agnese si sent stanca. Si ferm , abbass le stanghe.2 La carriola era pesante. Ma il soldato aveva gli occhi chiari e lieti, e le fece il saluto militare. Disse: «La guerra finita. Io vado a casa. Sono tanti giorni che cammino». L Agnese si sleg il fazzoletto sotto il mento, ne rovesci le punte sulla testa, si sventol con la mano: 10 «Fa ancora molto caldo». Aggiunse, come se si ricordasse : «La guerra finita. Lo 1 cavedagna: voce settentrionale che indi- ca la strada sterrata di servizio per i campi coltivati. 2 le stanghe: i lunghi manici della carriola. 428 IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA