Luciano Bianciardi LA VITA Luciano Bianciardi nasce a Grosseto nel 1922 da una famiglia piccolo-borghese. Conseguita la maturit classica, si iscrive alla facolt di Lettere e filosofia dell Universit di Pisa. Ai primi del 1943, chiamato alle armi, interrompe gli studi e, dopo il corso allievi ufficiali, viene inviato nell Italia meridionale. In Puglia assiste al bombardamento di Foggia nel mese di luglio e, l 8 settembre, apprende dell armistizio con gli anglo-americani. Antifascista, nel 1945 si iscrive al Partito d azione. Alla fine del 1945 pu riprendere gli studi universitari, laureandosi due anni pi tardi. Dopo lo scioglimento del Partito d azione (1947), non aderisce ad alcuna formazione politica, coltivando uno sguardo ironico, anticonformista, anarchico e libertario sulla societ e sulla cultura italiane. Di nuovo a Grosseto, insegna per alcuni anni nelle scuole, per poi diventare direttore di una biblioteca pubblica e dedicarsi al giornalismo. Si inserisce in questa fase un episodio che avr forte influenza sulla vita di Bianciardi, tanto da tornare di frequente nei suoi scritti: nel maggio 1954, infatti, si consuma la sciagura di Ribolla (borgo del Grossetano), l esplosione di grisou (un gas altamente infiammabile che si sprigiona nelle miniere) in una miniera di lignite, che provoca la morte di quarantatr operai. Nella tragedia egli vede l emblema di una sconfitta storica della classe operaia, che nonostante le lotte del passato ancora priva di diritti e della stessa possibilit di rinnovare la societ italiana. Sprofonda cos in una forte crisi (ideologica, morale e psicologica), che lo porta a lasciare la Maremma per trasferirsi a Milano. Nel capoluogo lombardo, dal luglio 1954, Bianciardi attivo come giornalista culturale e poi come redattore della nascente casa editrice di Giangiacomo Feltrinelli, dove lavora fino al 1957, quando viene licenziato per scarso rendimento. Gli anni tra il 1954 e il 1962 sono particolarmente difficili sia per l isolamento in cui Bianciardi si viene a trovare, sia per le difficolt economiche. La sua maggiore entrata viene dalle traduzioni dall inglese (ne esegue circa ottanta). La situazione migliora con la pubblicazione del romanzo La vita agra (1962), che gli procura la fama e un miglioramento delle condizioni materiali. Nel 1964 si trasferisce in Liguria, a Sant Anna di Rapallo, dove continua a tradurre e a scrivere per quotidiani e riviste. Sempre pi dedito all alcol, muore a Milano nel 1971. LE OPERE Bianciardi un intellettuale militante e considera il lavoro culturale uno strumento di denuncia politica e civile. La vita agra un romanzo autobiografico che racconta la vita di un traduttore che rifiuta l integrazione culturale e faticosamente lavora in proprio nella Milano del miracolo economico . La letteratura come impegno Sin dai suoi esordi, Bianciardi attribuisce alla letteratura il valore di un impegno civile diretto, concependo l attivit culturale come strumento di denuncia e di presa di coscienza, ma anche come intervento militan te. Non a caso il suo primo libro, I minatori della Maremma (1956), scritto insieme a Carlo Cassola, un appassionata inchiesta sulle condizioni di lavoro e di vita nelle miniere del Grossetano. Milano e La vita agra Sulle ragioni del trasferimento a Milano lo scrittore fornisce pi volte una spiegazione metaforica; egli deve compiere una missione affidatagli dai compagni degli operai morti nella miniera di Ribolla: far saltare il «torracchione» della Montecatini, azienda responsabile della sciagura. «Pensai che la lotta, quass , si poteva condurre con mezzi migliori, pi affinati, e a contatto diretto con il nemico», scrive Bianciardi nel 1955. Ma la Milano degli anni Cinquanta dove lo scrittore trova una classe operaia disgregata e abbrutita dalla fatica, una cultura di sinistra accademica e antiquata, sezioni 534 IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA