LA RONDA Il ritorno all ordine Chiusa nel 1916 l esperienza della Voce , nel primo dopoguerra si affaccia sulla scena letteraria italiana un altro importante periodico, destinato a influenzare profondamente gli sviluppi della prosa e della poesia: il mensile La Ronda , pubblicato a Roma tra il 1919 e il 1922, con un numero isolato nel dicembre 1923. Se La Voce , come altri movimenti del primo Novecento, aveva puntato sul soggettivismo, sull impressionismo e sul frammentismo, gli scrittori della Ronda mirano invece a restaurare i valori di una letteratura intesa come ricerca di misura e compostezza. I loro interessi, inoltre, riguardano esclusivamente l ambito letterario (mentre La Voce , come si detto, La definizione Ronda almeno fino al 1914 si era occupata anche di politica). Il vocabolo indica letteralmente l azione di Dopo le intemperanze formali e le sperimentazioni estreme delle avanperlustrare e ispezionare una determinata zona. Il titolo della testata La Ronda , guardie storiche (in particolare del Futurismo), i rondeschi interpretaalludendo alle guardie che controllano la no l esigenza di un ritorno all ordine sul piano dello stile, in sintonia sicurezza delle strade, sottolinea metaforicamente la volont di portare ordine nella con la pi generale aspirazione all ordine e alla stabilit che, nel clima di letteratura dopo la stagione del disordine riflusso politico e sociale seguito al primo dopoguerra, condurr il fascirappresentata dalle avanguardie storiche. smo al potere. Nel dopoguerra, con il mensile La Ronda , si inaugura in Italia il ritorno a uno stile composto ed equilibrato. La rivista si rif alla tradizione classica, in particolar modo al Leopardi delle Operette morali. Gli intellettuali della Ronda scelgono di occuparsi esclusivamente di letteratura, forse per tenersi a distanza dal fascismo. Il programma della rivista e i modelli di riferimento Gli intenti dei letterati della Ronda emergono in modo chiaro dal Prologo, una sorta di manifesto di poetica comparso nel 1919 sul primo numero della rivista a firma di Vincenzo Cardarelli ( p. 60): «Ci sostiene la sicurezza di avere un nostro modo di leggere e di rimettere in vita ci che sembra morto. [ ] Seguitare a servirsi con fiducia di uno stile defunto non vorr dire per noi altro che realizzare delle nuove eleganze, perpetuare insomma, insensibilmente, la tradizione della nostra arte. E questo stimeremo esser moderni alla maniera italiana». Come gi nel caso della Voce , anche gli animatori e i protagonisti della Ronda risultano assai diversi fra loro per retroterra culturale e temperamento, ma sono accomunati proprio dall intento maturato dopo l esperienza della Voce da cui essi stessi in parte provengono di un ritorno alla tradizione classica. Il loro programma di restaurazione estetica e stilistica si riallaccia alla grande tradizione classicistica della letteratura italiana, che aveva avuto in Carducci il suo ultimo autorevole rappresentante, rifiutando invece gli esiti poetici pi recenti del Simbolismo e del Decadentismo. Il modello di riferimento, in particolare, Giacomo Leopardi (1798-1837), soprattutto il Leopardi prosatore delle Operette morali, nelle quali essi vedono l ideale di una moderna letteratura italiana fondata sulla tradizione e un mirabile esempio di una prosa insieme poetica e riflessiva, che si accorda con il loro gusto di scrittori portati pi al saggio che alla narrativa. Questa tendenza neoclassicista , tra l altro, mostra affinit anche con la poetica dell espressione pura e dell arte come elaborazione tecnica e riflessione critica che aveva il suo maggior rappresentante nel poeta francese Paul Val ry (1871-1945). La tendenza al disimpegno Tale atteggiamento ha in seguito suscitato le critiche di chi ha visto nel movimento rondesco i segni di una sterile involuzione culturale, caratterizzata da una chiusura nazionalistica e autarchica. Anche la volont di ritorno all ordine stata valutata come una scelta di disimpegno politico e civile, compiuta nel momento in cui in Italia lo scontro ideologico e sociale si faceva pi acceso e si ponevano le basi per l instaurazione del regime dittatoriale. Per molto tempo La Ronda stata considerata come ha scritto il critico Enzo Siciliano «l Aventino della letteratura», in riferimento all astensione dai lavori parlamentari, 58 DALLA PRIMA ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE