ANALIZZIAMO I N S I E M E VERSO L ESAME Le parole senza senso di due vagabondi Chi sono questi due strani personaggi che vediamo sulla scena? Hanno l aria di essere due clochard, due emarginati che si muovono come Charlot vicino a un albero rinsecchito, in una campagna deserta. Nulla sappiamo di loro se non che aspettano un tale Godot, che mai arriver , e nel frattempo affogano la noia nei meandri di un assurda conversazione. Nessun colpo di scena cambier la situazione, neanche i loro incontri casuali. Alla fine, Vladimiro ed Estragone decideranno di andare via: nessuno dei due per si muover e il sipario caler , interrompendo quello statico calvario destinato a non finire mai. 1 Prova a riassumere il testo in 5 righe. un operazione possibile? Motiva la tua risposta. 2 Cerca nel dialogo almeno uno scambio di battute attraverso cui Beckett rappresenta l impossibilit di comunicare tra Vladimiro ed Estragone. Una metafora della condizione umana Il testo drammatico di Beckett in apparenza semplicissimo muove una serrata critica ad alcuni pilastri fondamentali che per secoli hanno sorretto la conoscenza umana, come l idea che le azioni degli individui abbiano uno scopo e che le nostre vite siano composte da eventi memorabili. Alla fine, perfino ozioso chiedersi chi sia veramente Godot: un irraggiungibile ideale di felicit ? l immagine di un dio destinato per a non manifestarsi mai? oppure l astratta incarnazione di un impossibile cambiamento sociale e politico? In ogni caso, Godot rappresenta l immagine di un alternativa che non pu realizzarsi. 3 Quale concezione della vita emerge dal dialogo dei due personaggi? Un dialogo tra sordi Nelle battute dei due personaggi i concetti si ripetono e gli argomenti si susseguono senza un ordine logico. A prima vista, l effetto comico, ma lo spettatore non potr che riflettere sull incapacit dell individuo di dare un valore e un significato ai suoi discorsi: lo scollamento tra parole e azioni la tragica dimostrazione di come le relazioni umane siano fatalmente inaridite. L unico effetto del parlare riempire il vuoto della vita. O, almeno, cercare di farlo, per quanto grottesco sia. 4 In una scena che vede due personaggi pressoch immobili, che significato acquisiscono le didascalie? 5 In che modo, a tuo giudizio, il ritmo serrato del dialogo contribuisce a creare un cortocircuito nella comprensione? Eduardo De Filippo LA VITA De Filippo figlio d arte e il suo debutto sulla scena avviene molto precocemente. Nel 1931 forma con i fratelli una compagnia teatrale. L esordio precoce di un figlio d arte «La mia vera casa il palcoscenico, l so esattamente come muovermi, cosa fare: nella vita, sono uno sfollato». L equazione tra teatro e vita l elemento fondamentale della biografia di Eduardo De Filippo. Figlio naturale del pi grande autore, attore e regista del teatro napoletano di fine Ottocento, Eduardo Scarpetta, De Filippo nasce a Napoli nel 1900 e prende il nome dalla madre, come i fratelli Peppino e Titina. Il suo debutto avviene all et di sei anni, come comparsa, ma il primo ruolo di attore vero e proprio del 1911 quando recita nella commedia del padre Miseria e nobilt . Dopo aver abbandonato gli studi, decide di dedicare tutte le sue energie al teatro, entrando prima nella compagnia del fratellastro Vincenzo Scarpetta, poi tentando senza molto successo di avviare esperienze autonome. Nel 1931, quando ha gi scritto le prime commedie, forma con Peppino e Titina la compagnia del Teatro Umoristico di Eduardo De Filippo , che due anni dopo diventa semplicemente Teatro Umoristico I De Filippo . IL GENERE IL TEATRO DEL NOVECENTO 791