PANORAMA ARTISTICO L arte longobarda LE ARTI MINORI DI UN POPOLO NOMADE Per la storia dei Longobardi possiamo attingere alla Historia Langobardorum del monaco Paolo Diacono (720-799 ca.). Fresca e viva fonte di quel popolo, ne ripercorre le vicende dalle origini al periodo aureo di Liutprando (712-744), arrestandosi poco prima della vittoria dei Franchi e della conseguente decadenza. All indomani delle conquiste in Italia, i Longobardi im pongono la propria forma di governo e la propria organizzazione amministrativa; allo stesso modo sul piano culturale le espressioni tipiche della classicit l architettura, la scul tura e la pittura murale lasciano il campo alle arti minori, come l oreficeria, la realizzazione di armi e di formelle lapi dee, manifestazioni artistiche pi idonee a una popolazione nomade. Nonostante questo, molto presto le botteghe orafe longobarde cominciano ad assimilare alcuni aspetti dei modelli antichi e, come nelle Lamina di Agilulfo ( p. 362), le fi gure umane, la simmetria e poi un maggiore naturalismo fan no la loro comparsa nei metalli lavorati a sbalzo. in Valle ( p. 367), dove nei rilievi in stucco emerge anche l e leganza raffinata e sacrale bizantina. Nel 774 i Longobardi vengono sconfitti da Carlo Magno e il loro regno nel Nord Italia finisce. Gli importanti ritrova menti avvenuti a Brescia, citt nativa dell ultimo re Desiderio, e nel Ducato di Spoleto, permettono di seguire gli esiti finali dell arte longobarda e l integrazione graduale con la civilt carolingia, pi monumentale e pi classicheggiante. 25. Fibula a S, inizio del VII secolo, argento dorato, pietre dure e smalti, h 4,4 cm. Cividale del Friuli, Museo Archeologico Nazionale. 26. Fonte battesimale del patriarca Callisto, VIII secolo, marmo e pietra. Cividale del Friuli, Museo Cristiano. UN INCONTRO DI PI STILI E CULTURE Un ulteriore evoluzione si deve alla sempre maggiore adesione al cristianesimo da parte dei Longobardi; strenuamente voluta dalla regina Teodolinda (589-616), la conversione religiosa favorisce sul fronte artistico anche l assimilazione dei modelli bizantini imperiali. Ne fa fede la raffinata tecnica orafa dello smalto cloisonn che, seppure non ignota presso i Bizantini, assume un carattere identitario dell arte longobarda. Consiste nel colare una pasta vitrea colorata e brillante in cellette rialzate in oro, come nella Fibula a S (25), in cui i bordi contrassegnati da ele ganti smalti color rubino formano becchi di volatili mostruosi tipicamente barbarici. Le espressioni pi interessanti di questa trasformazione sono opere di carattere religioso e monumen tale: tempietti, altari, fonti battesimali (26), decorati anche con rilievi zoomorfi e figurativi di dimensioni importanti. A partire dalla prima met dell VIII secolo, al tempo del re Liutprando, si fa strada uno stile pi naturalistico ed elegante che prende il nome di rinascenza liutprandea. In Italia quindi l arte longobarda il risultato dell incontro tra la cultura germanica e le tradizioni locali, romane, paleo cristiane e bizantine, che a seconda dell area geografica si ma nifesta in forme differenti. Il maggior numero di testimonianze stato rintracciato a Cividale del Friuli, prima capitale del regno longobardo. Vi si riscontra una ripresa dei modelli paleocristiani, rein terpretati in chiave astratta e antinaturalistica, tipica delle culture barbariche, come nell Altare del duca Ratchis ( p. 366); i modelli architettonici della tarda antichit romana ri compaiono in costruzioni come il Tempietto di Santa Maria L Alto Medioevo 365